SOUTH DAKOTA
Una faccia sulla montagna. Un viso inciso per sempre sulle rosse e dure rocce delle Black Hills nel South Dakota.
E’ il volto di Tashunka Witko per tutti Cavallo Pazzo. Per ora solo una piccola parte della Crazy Horse Memorial, la grande scultura in roccia iniziata dallo scultore polacco-americano Korzac Ziolkowski e proseguita dai suoi collaboratori e che vuole a tutti i costi celebrare con il più grande monumento del mondo la storia di uno fra i maggiori capi che i Sioux abbiano mai avuto. Cavallo Pazzo è una leggenda da queste parti, il suo nome suscita timore e reverenza, e scava dentro gli ideali di libertà di ogni uomo, o perlomeno dentro quelli che non possono tacere sul reiterato sterminio perpetrato ai danni del popolo degli indiani.
Il 6 e il 7 giugno scorso vi é stato l’appuntamento con la Volksmarch, oltre dieci chilometri di ‘passeggiata’ che permetterà a tutti i partecipanti di raggiungere a piedi (il percorso si copre in circa 2 ore e 30 minuti) il monumento di Crazy Horse, là sulle Black Hills. L’uomo simbolo della resistenza è colui che ha piegato “capelli lunghi” Custer e il 7° cavalleggeri nella battaglia Little Bighorn. Quello che si incontra sulle montagne rocciose non è un semplice volto. È qualcosa di più, e sembra entrare nell’anima profondamente. Sarà per via del mistero che da sempre protegge la figura di questo capo indiano o la leggenda che via via si è tramandata dalla fine dell’800 fino ai giorni nostri, ma questo luogo ha qualcosa di magico. Di straordinariamente forte: è come se le voci del popolo pellerossa massacrate dall’ingordigia dell’uomo bianco urlassero tutte insieme. E il Monte Rushmore che sta lì, a poca distanza, sembra rievocare brandelli di storia, quella stessa storia che ha visto perpetrare nell’assoluta indifferenza di tutti, lo sterminio di un popolo. I volti dei presidenti Lincoln, Jefferson, Roosevelt e Washington, sono lì scolpiti nella pietra a contrastare l’altro volto, che da solo si erge sulla montagna.
E’ come stare in mezzo a una battaglia, caduti vittime di chissà quale stregoneria che porta il visitatore indietro nel tempo, al tempo di Cavallo Pazzo e delle sue imprese al limite della fantasia, quando lo si voleva perfino invulnerabile ai proiettili. Ogni anno la marcia attira 11.000 persone che arrivano da tutto il mondo; addirittura nel 1998 si è raggiunto il numero record di 15.000 partecipanti. La data rimarrà sempre nella memoria di tutti poiché proprio in quell’anno il Memoriale (progetto educativo e culturale no-profit, nato appunto per la costruzione della scultura) festeggiò il 50° Anniversario scoprendo per la prima volta il volto di Cavallo Pazzo. La marcia è aperta a tutti e anche alle persone fisicamente invalide a cui è offerta la possibilità di avvicinarsi al volto di Cavallo Pazzo grazie ad un pullmino che li accompagna fino alla vetta. Inoltre, la marcia consente anche un approccio alla cultura dei nativi americani. Infatti l’annesso centro culturale educativo e l’interessante museo dedicato alla cultura degli indiani offrono una visione certamente valida a tutti coloro che intendono scoprire e conoscerne le tradizioni.
Crazy Horse Memorial
Una volta completata sarà la più grande scultura nella roccia mai costruita, larga 195 metri e alta 172. Solo per fare un paragone, le teste scolpite sul Monte Rushmore sono alte solamente 18 metri. Proprio per riparare alla “provocazione” di questo monumento dell’uomo bianco (costruito in territorio sacro indiano), nel 1939 i capi Lakota appoggiarono l’idea di Korczak Ziolkowski, intenzionato a onorare la memoria di quello che viene definito “l’ultimo Sioux”. Nel 1940 Ziolkowski ottenne il benestare dai nativi americani sulla scultura a patto che venisse realizzata nelle Black Hills. I lavori cominciarono nel giugno del 1948, alla presenza di una decina di anziani reduci della battaglia di Little Big Horn. Ma lo scultore morì all’età di 80 anni. A tutt’oggi il memoriale in onore di Cavallo Pazzo non è terminato, a breve dovrebbero iniziare i lavori per scolpire la testa del cavallo.
Curiosità
La versione corretta del nome di Cavallo Pazzo è Tashunka Witko, che tradotto letteralmente dalla lingua Lakota vuol dire “Il suo cavallo è pazzo”.
Il grido di guerra di di Crazy Horse era Hoka Hey! È un buon giorno per morire. Gli Americani se ne appropriarono e ora è diventato il motto dei soldati spediti in guerra. Inoltre la frase viene utilizzata nel telefilm Star Trek come proverbio Klingon.
Crazy Horse è anche il nome della band nata nel 1969 con Neil Young e un manipolo di musicisti a supporto delle varie tournée del cantautore.
Letture consigliate
Larry McMurtry – Cavallo Pazzo, storia del capo sioux che vinse a Little Bighorn
Dee Brown – Seppellite il mio cuore a Wounded Knee
Mary Sandoz – Cavallo Pazzo
Vittorio Zucconi – Gli spiriti non dimenticano
Fonte: http://blackhillslab.com/cavallo-pazzo-e-la-statua-piu-grande-del-mondo/
SE VUOI SAPERNE DI PIU' SULLA NOSTRA ORGANIZZAZIONE E IL PERCORSO CHE PROPONE, TI INVITIAMO A CONSULTARE LE SEGUENTI SEZIONI:
Se vuoi saperne di più sulla nostra organizzazione e il percorso che propone, ti invitiamo a consultare le seguenti sezioni:
Puoi anche contattarci al seguente indirizzo: info@centrokuun.it.SE TI E' PIACIUTO L'ARTICOLO CONDIVIDILO SUL TUO SOCIAL PREFERITO
QUALCHE PICCOLO CONSIGLIO DI LETTURA